LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

E chi nun cunusce ‘o scuro, nun pò capì ‘a luce. E.Avitabile

Prima o poi nella vita ci capita di essere numeri primi, di portare sulla spalle il peso delle responsabilità.

Perché sei padre o madre, imprenditore, responsabile, coordinatore di un gruppo di lavoro o perché semplicemente c’è qualcuno che ti guarda e cerca in te ispirazione.

Ognuno avrà fatto esperienza della solitudine, dell’incertezza e del travaglio di prendere decisioni, sperando di averle azzeccate.

Uno dei rischi principali è quello di decidere sull’onda delle emozioni, positive e negative, che gli eventi ci provocano. Il problema è che l’emozione è come una doccia, dopo poco passa e senza aver visto un orizzonte lungo si commettono errori grossolani.

Sembra facile a dirsi, ma come possiamo aiutarci a decidere o meglio a scegliere. Consideriamo pure che la decisione è qualcosa che rimanda all’immediato, la scelta a qualcosa di strategico nel lungo periodo.

Da qualche tempo mi interrogo su questo difficile compito dei “numeri primi” e questa è la mia bussola per orientarmi.

Avere chiara qual è la mia identità, la mia storia umana e professionale, conoscere le mie potenzialità e anche i miei punti di debolezza. Aver fatto esperienza di quali sono i miei sentimenti più profondi nei confronti della vita. Qual e‘ il mio paradigma, il punto di partenza con cui approccio gli altri : “ penso in ogni momento che qualcuno mi vuole fottere ? “,

“ penso di poter dare fiducia e che la mia crescita dipende anche dalle relazioni che vivo “?

Il punto di partenza nei confronti della vita è decisivo perché, quasi sempre, inconsapevolmente condiziona il quotidiano.   

Avere la capacità di leggere il contesto. Dove mi trovo ? Chi sono le persone con cui sono, le loro convinzioni ? Quali sono le leve che possono coinvolgerli ? Ascoltare, ascoltare, ascoltare.

La perdita di Senso, di Significato è, sono convinto, uno dei mali di questi nostri tempi. La precarietà è diventata strutturale, ha scavato nel cuore e nella testa di tutti noi, tutto sembra consumabile immediatamente. Il domani corrisponde ad un altro giorno, a domani mattina. E’ invece necessario ritrovarci tutti sul significato delle nostre scelte più importanti, quelle che definiscono la nostra vita. Perché ho deciso di accompagnarmi con questa persona e non con un’altra, perchè ho scelto di studiare o lavorare in questo invece che in quel settore. Perchè decido di trascorrere il mio tempo con questa compagnia di amici.

Qual è l’orizzonte di senso della mia vita non è un approccio da speculatori filosofici ma ciò che mi sostiene nelle difficoltà di ogni giorno. Indispensabile.

Il criterio del bene e del male. Qual è il criterio che abbiamo scelto per dare un giudizio sugli eventi che ci capitano : la sorte, la Provvidenza, il culo oppure nessun criterio, della serie quello che viene viene.    

Noi siamo la relazioni che viviamo. Gli altri siamo noi cantava Umberto Tozzi qualche anno fa, ed è proprio così. La nostra occasione di crescita umana, spirituale, professionale è legata alle persone che noi decidiamo di frequentare, fanno letteralmente la differenza.

E noi come scegliamo le persone che frequentiamo ? A caso ? Siamo sicuri che ci aiutino a realizzarci ? oppure ci ostacolano ?

Alla fine della mia riflessione mi ritrovo con delle domande, ma non sono proprio le domande giuste quelle che possono guidarci alle scelte giuste.

Business – Luigi Pietroluongo

Lascia un commento